Il contribuente deve verificare i titoli del suo consulente

La Suprema corte di Cassazione con ordinanza n. 30131 del 26.10.2021 ha sanzionato il contribuente per non aver diligentemente verificato i titoli professionali del consulente cui si era rivolto per il rilascio del visto di conformità ai fini della compensazione dei crediti Iva.
In particolare, la Cassazione ha cassato, con rinvio, la decisione con cui la CTR Lombardia aveva annullato l’atto di recupero degli interessi e di irrogazione di sanzioni, emesso a carico di una società in relazione alle compensazioni di crediti Iva, muniti di visto di conformità rilasciato da soggetto non abilitato.
La CTR Lombardia aveva ritenuto sussistenti i presupposti dell’esimente cui all’art. 6 del D. lgs. n. 472/97 in quanto il contribuente, in buona fede, aveva confidato sulla correttezza dell’operato del consulente che da anni la assisteva e, venuta a conoscenza della mancata abilitazione del professionista a svolgere le attività di apposizione del visto di conformità, lo aveva denunciato per i reati di truffa ed esercizio abusivo della professione.
L’Amministrazione finanziaria aveva proposto ricorso ritenendo non sussistenti le condizioni dell’esimente di cui sopra in quanto il contribuente non aveva presentato immediatamente la denuncia penale nei confronti del professionista e, nell’affidare l’incarico al professionista, non aveva diligentemente provveduto a verificare il possesso da parte dell’esperto dell’abilitazione a rilasciare il visto di conformità.

 

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