Riforma fiscale 2023

Il 16 marzo 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega per la riforma fiscale.
Si compie quindi il primo passo di un iter ancora lungo. Se le tempistiche di cui si parla saranno rispettate, a maggio 2023 la legge delega dovrebbe essere approvata dal Parlamento per poi essere attuata nell’arco di 24 mesi.
La riforma prevede una revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche, con l’obiettivo di ridurre il carico fiscale e al contempo stimolare la crescita attraverso una migliore efficienza della struttura delle imposte, oltre a semplificare gli adempimenti dichiarativi. Altro obiettivo è quello di razionalizzare il sistema tributario, prevedendo nuove misure per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, adeguando altresì il sistema tributario nazionale a quello UE e internazionale.
Si va verso la graduale riduzione dell’IRPEF nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica. La Legge n. 234/2021 (legge di bilancio 2022) aveva già modificato l’articolazione degli scaglioni di reddito imponibile e le relative aliquote IRPEF applicabili di cui all’art. 11 del TUIR, diminuendole da cinque a quattro. Tali aliquote dovrebbero ulteriormente ridursi a tre dal 2024.
Un secondo obiettivo che si intende perseguire è quello dell’equità orizzontale mediante l’individuazione della medesima area di esenzione fiscale (c.d. “no tax area”) e carico impositivo IRPEF tra redditi di lavoro dipendente e redditi di pensione. Inoltre, verrebbe previsto il riconoscimento della deducibilità, pure in misura forfettizzata, delle spese sostenute per la produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato e la possibilità per i contribuenti di dedurre i contributi previdenziali obbligatori in sede di determinazione del reddito di categoria e, in ipotesi di incapienza, di dedurre l’eccedenza dal reddito globale.
È prevista poi l’applicazione della c.d. “flat tax incrementale” anche ai redditi di lavoro dipendente, ovvero un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali in misura agevolata che si applicherebbe su una base imponibile pari alla differenza tra il reddito del periodo d’imposta e il reddito più elevato tra quelli relativi ai tre periodi d’imposta precedenti.
Un altro obiettivo è quello di includere nel “reddito complessivo” ai fini IRPEF, rilevante ai fini della spettanza di detrazioni, deduzioni o benefici di qualsiasi titolo, anche di natura non tributaria, non solo i redditi soggetti a tassazione ordinaria ma anche quelli assoggettati a imposte sostitutive e a ritenute alla fonte a titolo d’imposta, con esclusione dei redditi di natura finanziaria.
Quanto alle imposte sui redditi delle società e degli enti, dal 2024 dovrebbe essere introdotta la “global minimum tax” ovvero un’imposta globale minima per le multinazionali pari al 15%. Inoltre dovrebbe essere introdotta un’aliquota IRES ridotta rispetto a quella ordinaria del 24% per la quota di reddito destinata, nei due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito, ad investimenti, con particolare riferimento a quelli qualificati, e a nuove assunzioni.
Quanto all’IVA si prevede una revisione dei presupposti dell’imposta, per renderli più aderenti alla normativa UE e delle norme di esenzione, una razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote, la revisione della disciplina della detrazione e la razionalizzazione della disciplina del gruppo IVA.
È prevista inoltre la revisione dell’IRAP finalizzata alla relativa abrogazione, nonché alla contestuale istituzione di una sovraimposta IRES, così da garantire un equivalente gettito fiscale.
Si prevede anche la modifica lo Statuto del Contribuente, rafforzando l’obbligo di motivazione degli atti impositivi e valorizzando il principio del legittimo affidamento del contribuente, razionalizzando la disciplina degli interpelli e potenziando l’istituto dell’autotutela ed introducendo una disciplina generale delle invalidità degli atti impositivi e del contenzioso.
Infine, l’obiettivo è anche quello di creare un nuovo rapporto Fisco-contribuenti, attraverso la razionalizzazione degli obblighi dichiarativi, con una riduzione degli adempimenti e l’armonizzazione dei termini tributari, dichiarativi e di versamento, la sospensione nei mesi di agosto e dicembre dell’invio di comunicazioni, inviti e richieste di atti e documenti da parte dell’Amministrazione finanziaria, e puntando alla tax compliance volontaria.

 

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